LA PRODUZIONE

Dopo la struttura produttiva, come visto notevolmente sminuzzata e disaggregata, è il secondo punto debole del sistema.

La storicità della cognizione dell'olivo come pianta a prevalente produttività biennale, comunemente detta pianta a produzione alternata, la vegetalità ultrasecolare legata di una biologia di grande sostenibilità, la scarsa attenzione genetica legata attualmente a risultati a lungo termine e la sua presenza in zone notoriamente povere o di relativo livello produttivo non hanno mai compiutamente fatto saggiare la possibilità di questa pianta cercando di portarla alla stregua di ogni altro vegetale utilizzato per produzione economica.

Già l'adozione di tecniche di gestione più assidue e costanti, nonché più razionali, quali concimazioni o comunque fertilizzazioni, difesa antiparassitaria guidata e non calendariale, potatura soffice ma annuale, ha ridotto notevolmente le suddette alternanze; più convincente è la continuità produttiva dei nuovi impianti, razionalmente gestiti, ma principalmente formati da materiale vegetale giovane. L' assonanza della continuità, della elasticità al facile recupero, è con una biologia giovane.

I giovani oliveti realizzati in provincia dopo la gelata del 1985, dimostrano ampiamente quanto sopra, segnale questo (ed Israele lo ha dimostrato) che la costanza produttiva è molto legata al continuo rinnovamento vegetativo degli impianti alla stregua di molte altre piante arboree da frutto.

Anche per l'olivo bisognerà trovare la fascia vegetativa di maggiore espressione produttiva ed attuare un programma dì gradualità sostitutiva per arrivare ad una pianificazione produttiva.
I dati che seguono nella tabella, dimostrano, (fatta eccezione delle annate vicine alla gelata dalla campagna 1985/86 alla campagna 1990/91) la bizzarria produttiva della olivicoltura sabina, mai uguale e quindi mai certa per un mercato pianificato.

Questa alternanza compone uguale situazione anche nel mondo del consumo facendo passare il consumatore da un prodotto all'altro.
Il grasso è un nutrimento essenziale nell'alimentazione umana e può essere attinto da vari prodotti sia di origine vegetale che di origine animale, il consumatore attinge sempre per ragioni di mercato nelle componenti della quantità dell'offerta e quindi del prezzo, nel settore più favorevole volta per volta e ogni qualvolta un settore diventa più competitivo di un altro.

Questo concetto sommariamente accennato sarà ripreso nello specifico capitolo del riconoscimento della Denominazione di Origine Prodotta dall'olio extra vergine di oliva della Sabina.
Comunque una produzione bizzarra non può conquistare stabilmente una fascia di mercato, l'alternanza crea volumi che occupano o che si fanno occupare perdendo valori aggiunti in entrambi i casi.

L'importanza produttiva è visibilmente più apprezzabile se trasposta in un diagramma. Nel diagramma è evidente la sinusoide, naturalmente irregolare, della quantità Sabina, quantità che solo parzialmente interessa il mercato in quanto una grande fetta è destinata all'autoconsumo; sono molte le aziende che producono lo stretto necessario e che quindi escono dalle problematiche a monte e a valle della stessa olivicoltura.

Ultimo argomento relativo alla produzione è la collocazione dei produttori in base alle fasce di produttività.

Questa divisione, fatta con il contributo delle due maggiori associazioni di produttori olivicoli e precisamente l'A.P.R.O.R. e C.N.O. Rieti, è stata estrapolata per avere la sensazione dei produttori che hanno un interesse per il mercato e quindi un'attenzione per la gestione della filiera olio.

E' certamente un dato deludente che comunque rispecchia lo stato strutturale prima descritto, stato strutturale che comunque crea un notevole disagio nell'organizzazione della filiera stessa. In media analisi su 10.800 produttori sostenuti dall'U.E. abbiamo il:
3% con produzione di 10 Q.li ed oltre
6% con produzione da 5 a 10 Q.li
91% con produzione fino a 5 q. li
Rispetto alla qualità, sempre in indagine effettuata, il 60% dell'olio prodotto è definibile extra-vergine, l'altro 40% di altre categorie.